Gli Aurunci hanno la particolarità di essere l’unica catena montuosa laziale ad affacciarsi direttamente sul Mare Tirreno con vette che superano i 1.500 metri. Il paesaggio dei Monti Aurunci regala scorci di grande suggestione grazie alla molteplicità del paesaggio, un panorama entrato a far parte dell’immaginario collettivo attraverso uno dei capolavori del neorealismo, “La ciociara” firmato da Vittorio De Sica.
Non solo De Sica ha attinto alle scenografie naturali offerte dagli Aurunci, ma anche il regista Giuseppe De Santis e scrittori come Tommaso Landolfi. Dalle cime più elevate della catena montuosa si possono scorgere le isole ponziane, il promontorio del Circeo, la Valle del Liri, i Monti del Matese e i Monti dell’Appennino abruzzese.
Geologia
L’assetto geologico attuale di questo territorio è il risultato di una lunga serie di eventi che si sviluppano lungo una arco temporale di 150 milioni di anni, dal Giurassico al Paleocene.
L’uniformità degli Aurunci è interrotta dalla Valle dell’Ausente che smembra il corpo centrale dando origine all’estrema propaggine orientale di tutto il gruppo montuoso costituita dai rilievi di Monte Maio (910 m).
I Monti Aurunci si presentano come dorsali e profondi valloni che formano una sorta di altopiano dal quale emergono numerose vette in posizione dominante sulla costa tirrenica con versanti che scendono bruscamente verso Formia, Spigno Saturnia ed Ausonia e degradano morbidamente verso Pontecorvo, Pico, Lenola e Fondi.
Geologicamente di natura carbonatica, il territorio presenta per tutta la sua estensione importanti morfologie legate alla presenza di fenomeni carsici, come doline, anche di grandi dimensioni, cavità e grotte di elevato valore ambientale. Nell’insieme il paesaggio ha forme morbide, degradanti verso Sud e Sud-Ovest ed è articolato in dorsali allungate, separate da aree depresse e incisioni fluviali più o meno incassate.